Prima dell’avvento della pandemia le maggiori organizzazioni internazionali erano solite organizzare eventi congressuali con frequenza indubbiamente maggiore rispetto a quello che si è verificato negli ultimi due anni. Per questo motivo riportiamo un Report datato ma molto indicativo rispetto al fenomeno congressuale.
La classifica dell’International Congress and Convention Association (ICCA) è un po’ una cartina di tornasole sullo stato di salute del mercato, per lo meno di quel segmento costituito dai congressi internazionali che sono promossi dalle associazioni, che hanno più di 50 partecipanti e che si svolgono a cadenza regolare in destinazioni diverse, secondo il principio della rotazione fra almeno 3 diversi paesi. E se la stessa ICCA ricorda che questo tipo di congressi associativi rappresenta solo una piccola parte del mercato complessivo degli eventi – e che quindi il posizionamento “reale” di una destinazione si ha solo in presenza di dati anche sugli eventi corporate, istituzionali, e associativi non a rotazione – la sua classifica annuale è comunque fortemente indicativa dell’andamento del settore a livello internazionale.
Rispetto alle città che si prediligono per organizzare congressi Roma è al 20° posto e prima tra le città italiane. Parigi è la numero uno con 196 congressi, Vienna, che con 186 congressi risale di due posizioni è seconda, e Barcellona è stabile al terzo posto con 181 congressi ospitati. Berlino, prima l’anno scorso, scende ora al quarto posto, seguita da Londra che mantiene la quinta posizione. Completano la top ten Singapore, Amsterdam e Madrid a pari merito con 144 congressi, Lisbona e Seul. Unica città italiana, come detto. è Roma, che con 96 congressi internazionali ospitati (erano 99 lo scorso anno) scende di tre posizioni e si classifica 20°. Escono dalla top 20 Istanbul, che l’anno scorso era all’ottavo posto, e Bruxelles, che era al 13°, sostituite dalle new entry Buenos Aires (17°) e Stoccolma (18°).
Se si prendono in considerazione i congressi svolti all’interno dei Paesi l’Italia è al sesto posto. Di seguito la classifica con le prime 10 posizioni. Al primo posto ancora gli Stati Uniti con 934 congressi, al secondo la Germania con 689 e al terzo il Regno Unito con 582. Seguono Francia e Spagna e poi l’Italia, che mantiene la sesta posizione con 468 congressi associativi internazionali ospitati nel 2016 (l’anno precedente erano stati 504). Chiudono la parte alta della classifica Cina e Giappone,a pari merito con 410 congressi, e poi Olanda e Canada. Rispetto allo scorso anno, escono dai primi 20 Turchia e Danimarca per lasciare il posto A Polonia (17°) e Argentina (19°).